Nuovi restauri per le opere della Città universitaria, grazie alla collaborazione tra Sapienza e Istituto centrale per il restauro
Il 22 marzo 2022, presso la sede dell'Istituto centrale per il restauro - ICR, è stato presentato al pubblico l'accordo quadro siglato nel dicembre 2021 tra l'Istituto e la Sapienza, che ha come finalità la conservazione del patrimonio artistico della Città universitaria, lo sviluppo dell’attività di ricerca scientifica presso i laboratori dell’Istituto e dell’Università e iniziative di formazione.
Per la Sapienza hanno partecipato alla presentazione la rettrice Antonella Polimeni, il prorettore vicario Giuseppe Ciccarone e la direttrice generale Simonetta Ranalli, accolti dalla direttrice dell'Istituto Alessandra Marino.
Dopo la presentazione dell’accordo, la delegazione della Sapienza ha potuto visitare alcuni laboratori di restauro, tra cui il Laboratorio dei materiali lapidei, dove è in procinto di concludersi il restauro di due antiche sculture acefale in marmo provenienti dal Rettorato, il Laboratorio dei Manufatti in vetro, ceramica e metalli, il Laboratorio di Dipinti murali, il Laboratorio di Dipinti su tela, il Laboratorio di Dipinti su tavola e di scultura lignea, dove sono stati presentati i più significativi interventi in corso.
L’accordo di dicembre 2021 è il segno tangibile dell’interazione culturale e operativa tra le due istituzioni, che risale a tempi lontani e che recentemente ha dato origine alla realizzazione dell’importante restauro del murale di Mario Sironi (Sassari, 1885 - Milano 1961) “L’Italia tra le arti e le scienze” nell’Aula magna del Rettorato, un lavoro complesso che ha restituito la leggibilità a un’opera protagonista della storia artistica del Novecento italiano, censurata nel dopoguerra.
A partire da quel restauro, la Sapienza ha potuto contare sull’Istituto per ulteriori interventi conservativi, coordinati da Eliana Billi, docente di Storia del restauro e delle tecniche artistiche e dalla storica dell’arte ICR Laura D’Agostino, referenti per le rispettive istituzioni, che hanno riguardato alcune delle tante opere d’arte provenienti dalle collezioni dell’Università: il Gonfalone novecentesco restaurato dal Laboratorio Manufatti tessili nel 2017, i dipinti settecenteschi con paesaggi, restaurati dal Laboratorio di Dipinti su tela tra il 2019 e il 2020, le urne e i busti antichi provenienti dal Rettorato affidati alle cure dei restauratori di manufatti lapidei.
Numerosi sono gli accordi di ricerca già in atto su specifici progetti, che vedono collaborare proficuamente i laboratori scientifici di Fisica, Chimica, Biologia e prove sui materiali dell’ICR con numerosi dipartimenti dell’Ateneo, tra cui Biologia ambientale, Fisica, Scienze della Terra, Chimica e tecnologia del farmaco. Inoltre, a partire dallo scorso anno, l’Istituto è tra i centri di ricerca che collaborano con il Distretto tecnologico della Cultura del Lazio - Dtc, di cui Sapienza è capofila.
L’accordo nasce per dare una cornice istituzionale più forte e solida a questa fortunata collaborazione, per svilupparne le potenzialità e moltiplicare le attività di ricerca comuni, nei settori di reciproco interesse. Parte integrante dell’accordo, per rispondere pienamente all’obiettivo di divulgare e trasferire le conoscenze, i saperi e le tecnologie a beneficio della collettività, sarà lo sviluppo di attività formative comuni a vantaggio degli studenti delle due istituzioni, secondo modelli didattici già messi in atto per il restauro del Sironi, dove gli allievi restauratori delle Scuole di Alta formazione e studio dell’ICR hanno lavorato in perfetta sinergia con gli studenti dei corsi di Storia dell’arte, portando a significativi approfondimenti conoscitivi sull’opera.
Un ulteriore sviluppo reso possibile nella cornice dell’accordo riguarderà il gruppo bronzeo di Amleto Cataldi (Napoli 1882– Roma 1930) che celebra il ricordo degli studenti e dei docenti dell’università romana caduti nella prima guerra mondiale, e che sarà restaurato, nella prossima estate, dall’Istituto, in ragione delle sue condizioni conservative, alterate nel tempo dall’esposizione all’aperto. Si tratta di un’opera significativa per la storia dello Studium Urbis, realizzata nel 1920 per volontà del rettore Alberto Tonelli e collocata, in virtù del suo pregio artistico e del suo valore simbolico, al centro del cortile dell’antico Palazzo della Sapienza a Sant’Ivo.